La capacità di risolvere i problemi, i nostri processi decisionali, la motivazione a raggiungere degli obiettivi e perfino le nostre emozioni, sono continuamente influenzate dalla percezione di autoefficacia. Scopri cos’è e come puoi modificarla.

Ciascuno di noi, in maniera automatica, sviluppa delle convinzioni - spesso date per scontate e mai messe in discussione - riguardo al riuscire a produrre dei risultati voluti. Queste convinzioni, naturalmente, cambiano in base all’attività o al contesto che stiamo considerando: per esempio, posso credere di essere particolarmente portato per l’attività fisica, e che i miei sforzi di imparare a praticare un nuovo sport andranno a buon fine, e contemporaneamente pensare di essere negato per la musica, e che per quanto mi applichi non riuscirò mai a padroneggiare uno strumento musicale. Le percezioni di autoefficacia possono essere realistiche ed aiutarci ad orientare per il meglio i nostri sforzi; altre volte, tuttavia, ci precludono alcuni obiettivi peraltro del tutto raggiungibili.Ti è mai capitato, ad esempio, di pensare di non essere minimamente capace di gestire una situazione, con cui perciò evitavi di confrontarti, finché non sei stato obbligato a farvi fronte, magari cavandotela in maniera brillante? E’ un tipico esempio in cui un basso livello di autoefficacia percepita ti ha condizionato negativamente.
Le percezioni di autoefficacia influenzano i nostri processi cognitivi, decisionali ed affettivi. Quando esse sono elevate funzionano come guida per immaginare e mettere in pratica le azioni che bisogna eseguire per raggiungere uno scopo; al contrario, quando sono basse, generano continui dubbi su se stessi che rendono difficile lo svolgimento delle azioni.Ho già accennato al modo in cui possono condizionare le scelte delle attività da intraprendere: si tende, infatti, ad evitare le attività che si considerano al di là delle proprie capacità. Infine, quanto maggiore è l’autoefficacia percepita, tanto più aumenta la determinazione nell’affrontare situazioni problematiche, mentre bassi livelli di autoefficacia possono generare sentimenti come ansia e depressione.
Fortunatamente, le percezioni di autoefficacia non sono definitive, ma possono mutare: fare esperienze personali in situazioni simili, nei quali si può sperimentare un sentimento di padronanza, è il modo migliore per generare un aumento di autoefficacia percepita (ma attenzione: esperienze negative tendono a produrre l’effetto contrario!); allo stesso modo, ma in misura minore, anche osservare altre persone che, attraverso l’impegno e le azioni personali, raggiungono gli obiettivi che si erano prefissati, può incrementare la convinzione di possedere quelle stesse capacità; infine, la valutazione realistica delle nostre prestazioni, fornita da persone che riteniamo competenti e credibili, può contribuire a generare un senso di autoefficacia maggiore.
Se ne hai voglia, puoi ora provare a pensare a quali sono i contesti nei quali fatichi a metterti in gioco. In questi casi, credi davvero di avere degli importanti limiti che renderebbero impossibile la tua riuscita, oppure forse sei condizionato da una bassa convinzione di autoefficacia?
Ci sono degli ambiti in cui avresti tutte le carte in regola per riuscire bene, ma in cui, complice una scarsa convinzione, non riesci ad ottenere i risultati sperati?
Alla luce di quanto letto in questo articolo, cosa potresti fare per aumentare la tua autoefficacia in questi contesti?